Uomo Cosmico
Parlare di Cosmica Poesia non è rifarsi al cosmicismo. Anzi ne è l’esatto contrario. O forse un “riempimento” positivo.
L’uomo non è insignificante né è caratterizzato da mancanza di significato. Quella concezione parte dall’uomo non maiuscolo. E invece l’Uomo è maiuscolo. Almeno nel suo valore assoluto e nella trascendenza a cui consciamente o inconsciamente si espande quando cresce di verticalità profonda all’alto, pur nella sua orizzontalità.
Questo Uomo non è quindi, indifferente, in balia né di sé né di una immensità. Ma nel suo arbitrio libero ad espandersi è artefice, in una immensità che non lo vede solo, della sua sfera di espansione e dell’universo in cui si espande.
Il Cosmico è un romantico reale che si espande nella realtà. Con creatività esperienziale e formativa, con passionalità non emotiva anche se generosa, con anelito alla spiritualità anche senza un dio, con quell’amare che attraversa gli amori (e gli odi) e li fluidifica in sentimento caratteriale, gentilezza del bello e del buono in osmosi.
Per questa “universalità ed oltre” il suo linguaggio va oltre la staticità del simbolismo e lo anima in metafora. E va oltre le punteggiature sino alla musicalità della voce che lo canta e degli uditi che lo ricantano.
Per questo ogni idealismo è un finito. E le galassie del Cosmico sono invece l’infinito in cui espandersi. Il senza fine è di per un limite o prova dell’impossibilità della maiuscola? No. La maiuscola è proprio in questo tendere d’anelito e non il traguardo. E il “vivere poeticamente” diventa l’espressione definente di questo tendere.
Cosmica Poesia del vivere poeticamente dell’Uomo Cosmico. Torna il romanticismo? No, siamo oltre. Siamo decisamente oltre. Ma siamo anche oltre Idealismo. E nichilismo.
francesco nigri
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